Ho scritto questo post per presentarvi un’altro strumento che mi sta a cuore; utile durante un percorso di counseling, ma da utilizzare anche per comprendersi, per condividere le nostre emozioni o magari per stimolarci a cogliere dei messaggi che molte volte possono essere chiarificatori...
Questo fantastico strumento è il film.
“Un film è come una metafora che aiuta a comprendere meglio la condizione umana e le problematiche che insorgono lungo il percorso dell’esistenza. Nella visione di un film le persone sono accompagnate a sollecitare ed usare gli effetti psicologici dettati dalla musica, dalle immagini e dalla trama, per incrementare il proprio intuito, le aspirazioni, l’abbandono alle emozioni ed il cambiamento”. (Wolz 2000)
Come un film può essere utile durante un percorso di counseling?
Per poter essere uno strumento valido, deve poter aiutare il cliente a confrontare stili di vita simili, per poter parlarne negli incontri di counseling, con il fine di elaborare un piano di problem solving e per poter avere assieme al cliente una visione creativa del problema emerso durante il percorso.
Il lavoro che si fa in un percorso di counseling con l’utilizzo del film, riguarda la scoperta dei lati più nascosti del sé, cercando di capire come vengono proiettati i propri aspetti positivi e negativi nei protagonisti della pellicola.
Quando un cliente si identifica con un personaggio lo si può aiutare a comprendere le proprie resistenze interne ed in seguito a riattivare le proprie risorse dimenticate per renderle attive.
Inoltre, l’utilizzo di questo strumento, stimola gli stati più profondi della coscienza per favorire nuove prospettive e comportamenti più salutari ed adattivi.
Ed ora, ecco dei consigli per la visione di un film:
1. stare seduti molto comodi;
2. concentrarsi su tutti i punti del corpo in cui c’è tensione, utilizzare la respirazione per sciogliere tali tensioni;
3. porsi di fronte al film senza critiche interne o commenti, mettendo da parte giudizi e preoccupazioni;
4. non appena si è calmi e concentrati si può iniziare a guardare un film.
Un suggerimento: la maggior parte delle comprensioni più profonde arrivano in un secondo tempo, perché inizialmente è importante osservare come le immagini, le idee, le conversazioni ed i caratteri del film arrivano ad ognuno a livello sensoriale. E’ fondamentale quindi non analizzare nulla durante la visione ma essere completamente presenti con la propria esperienza.
Solo in seguito si potrebbe riflettere su:
1. la respirazione: per capire se è cambiata durante il film e per capire il motivo per cui è cambiata;
2. i momenti o gli spezzoni della pellicola che possono essere legati in qualche modo a sogni particolari del cliente e quindi al suo mondo simbolico;
3. cosa è piaciuto o non è piaciuto del film, se qualche momento è sembrato più o meno interessante;
4. se c’è stata una identificazione con uno o più personaggi;
5. l’esistenza di personaggi che si vorrebbe emulare e per quale ragione e quali personaggi hanno provocato delle resistenze.
Prima di concludere questo post vorrei consigliarvi un libro di Peske e West: “C’è un film per ogni stato d’animo”. Questi due studiosi newyorkesi affrontano il tema della cinematerapia in modo divertente, proponendo una lista di film dagli anni trenta ad oggi, da vedere nei momenti di sconforto per lenire ansie, affanni e stati negativi dell’anima. Questi due autori hanno avuto la capacità di affrontare il tema del cinema in modo giocoso, senza appesantimenti da critici cinematografici, dimostrando i benefici sulla vita di tutti i giorni.
Buona visione a tutti!
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