In questo post parlerò di fotografia...
Strumento che mi sta a cuore... che mi fa pensare a due persone presenti e fondamentali nella mia vita: Mattia e Margherita.
Le fotografie contengono sempre storie... Ogni immagine racconta naturalmente la sua storia in modo molto differente, poiché ciò dipende da chi sta inconsciamente traducendo e trasportando in essa il significato mentre la guarda. I momenti catturati dallo scatto, non solo illustrano il potere che semplici fotografie esprimono nella maggior parte delle vite della gente e dei loro cuori, ma aiutano anche a spiegare la ragione per la quale le fotografie sono così diverse da altre espressioni artistiche mediatiche, specialmente quando vengono usate per l’autoesplorazione.
Sebbene spesso non ci si rifletta, le fotografie contengono molti più significati di quanto i dettagli contenuti nella loro superficie visuale suggeriscano.
Perfino le “quotidiane” fotografie sono invisibilmente piene, imbevute di emozioni, speciali segreti, e codici simbolici privati che una persona estranea non potrebbe mai pienamente afferrare. Tutte le foto che le persone scattano e tengono, sia per scopi artistici o semplicemente le proprie comuni foto personali o familiari, sono proprio come “specchi della memoria”, che servono come segnali di quello e di chi è stato più importante, e più tardi come talismani che trattengono lo svanire del tempo che avanza.
Le persone usano le fotografie per riuscire più tardi ad attribuire un senso a quei momenti. Come impronte delle loro vite, gli scatti personali mostrano non solo da dove le persone vengono (emozionalmente ma anche geograficamente) ma suggeriscono anche in quale realtà potrebbero successivamente trovarsi e tutto ciò persino quando potrebbero essere non ancora consapevoli a livello conscio.
La fotografia come “arte” è un’esperienza: le fotografie servono come catalizzatore non verbale per fare uscire fuori sentimenti e memorie a lungo escluse, non considerate.
Le foto possono essere strumenti potenti nelle mani di coloro che intraprendono un percorso di counseling; la componente artistica nelle fotografie della gente diventa rapidamente irrilevante, quando si comincia a cercare di individuare il significato interno che ogni fotografia evoca quando qualsiasi cliente la osserva, la scatta, posa, la tiene, o perfino quando la ricorda.
Dal momento che gli scatti personali e gli album di foto sono metafore visuali di un momento reale di “esperienza di vita”, possono essere di valido aiuto ai clienti nel ricordare, confrontare, immaginare, ed esplorare parti di se stessi, delle loro vite, e specialmente dei loro sentimenti. Usare le loro stesse fotografie (o perfino solo le loro reazioni alle immagini di altri) fornisce ai clienti anche un sostegno aggiuntivo nel processo di rapportarsi con pensieri, sentimenti e memorie, ricordi, che spesso sorgono con inaspettata intensità quando le fotografie sono usate come lente di ingrandimento.
La fotografia nel percorso di counseling aiuta a vedere con occhi nuovi le cose che i clienti hanno sempre visto, ma vedendole in modo differente.
Permette la percezione dei sentimenti ed il loro ri-collegamento, permette di essere viscerali e cognitivi e permette al passato di diventare presente.
Permette alle persone di usare le fotografie come stimoli per sollecitare risposte sia a ciò che è chiaro che all’informazione implicita nell’immagine fotografica, e di precipitare il dialogo che non emergerebbe in tale qualità e profondità se fossero usate solo le parole per esplorare il soggetto.
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